Henné for dummies

   
Due mesi dopo henné ayurvedico-post henné Breseghello

For dummies, sì, e indovina chi é la prima dummy? Esatto, la sottoscritta.
Questo per dire che non ho assolutamente nessun tipo di competenza nel parlare di inci, principi attivi e simili, la mia unica competenza sta nel fatto di aver utilizzati l’henné per anni ormai. Ora, se dopo questa intro non avrai più voglia di leggere, capisco, alla prossima. Se invece, nonostante la pessima pubblicità che mi faccio da sola, hai voglia di continuare, beh, andiamo avanti!
Ho iniziato a fare l’henné circa cinque anni fa, quando la mia passione per le chiome rosse non sembrava estinguersi, al contrario dei miei capelli che, poverini, iniziavano a soffrire delle tinte chimiche. Il mio colore di capelli è un castano medio caldo, di per sè già tendente al rame e ho trovato nell’henné il perfetto alleato per aumentarne riflessi e salute. 
Ho provato negli anni diverse marche, quelle che meglio ricordo sono Lush (troppo costoso e poco efficace), Forsan (sabbia, sabbia, qualcuno mi aiuti a dire sabbia), Erbamea (meh, non puro e nemmeno dal grande risultato) Erbe di Janas (amore purissimo) e l’ultimo arrivato, quello provato oggi, Patrizio Breseghello.
Bene, parliamo di come io preparo questo fantomatico composto. C’è chi ci mette lo yogurt, il miele, il ripieno di composto di rabarbaro, io ci metto l’acqua. E un po’ di limone. In pratica aggiungo un po’ di acqua calda (non bollente) alla volta, cercando sin dall’inizio di creare un composto cremoso e senza grumi, nel frattempo aggiungo anche il succo di limone e vado ad occhio finchè non raggiungo una consistenza morbida e ma non liquida. 
A volte lo lascio ossidare una notte e a volte no, sono sincera, non ho mai notato particolari differenze tra i due processi e la mia scelta dipende esclusivamente dal tempo a disposizione. Questo mi porta ad un altro punto importante: per carità, se non hai tempo, non lo fare, soprattutto se è una delle tue prime volte o non conosci bene la marca. Esempio: solitamente ci metto venti minuti a sciacquare il tutto, oggi ce ne ho messi più del doppio. Quindi ecco, take your time, non ti mettere fretta anche perchè il tempo di posa è veramente lungo. Fatti una maschera, bingewatchati una nuova serie tv e rilassati. 
Anche nell’applicazione del prodotto sono molto poco professionale, mani guantate, gioielli rimossi, henné applicato dalle radici alle punte come fosse una maschera. Non mi metto a dividere i capelli in sezioni nè presto particolare attenzione a dove lo metto, però mi assicuro che tutta la capigliatura sia coperta e ben intrisa, abbondo molto di prodotto in modo che non si secchi in fretta e non si sgretoli. Da qui via ad incelophanarmi la testa e l’attesa ha inizio.
Cerco di tenere il prodotto in posa per minimo tre ore ma solitamente riesco a raggiungere e superare le cinque senza problemi, dopodiché mi butto in doccia e inizio a sciacquare. 
Se c’è una cosa che ho capito in questi cinque anni di utilizzo è che la qualità del prodotto si nota soprattutto durante il risciacquo: se la polvere è di qualità in una decina di minuti il prodotto cola via dai capelli senza opporre resistenza e senza lasciare residui, non mi sento di dover fare lo shampoo e di solito mi limito ad applicare una piccola noce di balsamo giusto per facilitare la messa in piega. Ma soprattutto la qualità si nota dalle condizioni in cui versa il piatto della doccia. Giuro, non sto scherzando. Esempio: quando uso l’henné di Janas dopo una decina di minuti l’acqua diventa limpida e non ci sono residui nella doccia, oggi dopo quaranta minuti di risciacquo ancora non riuscivo a vedere il bianco della ceramica, sembrava di stare in una palude, sabbiosa. 
Parlare nello specifico di tutte le marche provate prenderebbe sicuramente troppo spazio quindi mi limito a consigliarti la mia preferita in assoluto: le erbe di Janas. Di questa marca ho provato henné caldo, freddo e ayurvedico e pur avendoli apprezzati tutti, sono rimasta piacevolmente stupita da quello ayurvedico, ho notato infatti in questa variante una maggiore facilità nella preparazione e stesura nel prodotto ma soprattutto un maggiore potere tintorio che non mi aspettavo. Il colore rilasciato è un rame intenso che dopo un mese non è affatto sbiadito ma che anzi ha mantenuto i capelli visibilmente più lucidi. 
Per quanto mi riguarda ho trovato l’henné della mia vita e non sento il bisogno di provarne altri. Poi vabbè oggi ho provato quello del signor Patrizio Breseghello ma quello è perchè ad essere coerente io non ce la posso proprio fare. Quest’ultimo non mi ha lasciata particolarmente entusiasta nell’applicazione e soprattutto nel risciacquo ma in fin dei conti il colore è molto bello. Tutto è bene quel che finisce bene ma non lo ricomprerò ecco.
E basta, direi che ho confusamente espresso tutto quello che volevo dire sull’argomento, come sempre non mi sono voluta dilungare su cenni storici, tecnici o altamente professionali perchè uno, non ne sono in grado e due, questo blog è un po’ così no? Mie esperienze e disastri buttati di getto su un blog poco visitato ma tanto amato (dalla sottoscritta, tantissimo).
Se tu hai qualche consiglio o ricetta particolare non esitare a lasciarmi un commento qui sotto, sono sempre curiosissima di provare nuove tecniche.
Grazie come sempre di aver letto fino a qui, a presto.


BpoBpo B.

 



Commenti

  1. Che bello l'hennè! Io ho fatto indigo per quattro anni, con brevi periodi di hennè, ma l'anno scorso ho smesso per nessun motivo in particolare, semplicemente mi è scocciato XD però ne avevo provati tantissimi! I miei preferiti sono stati quello Ayurvedico de Le Erbe di Janas - che anche io ho trovato più cremoso e più colorante rispetto a quello normale - e quello di Khadì, anche lui con una polvere molto fine che si spalmava e risciacquava che era un piacere!

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    1. Interessante anche quello Khadí! Me lo segno! Grazie per il commento <3

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