Of Irish accent and other stories.

Tiriamo le somme. Dove, quando e perché le tiriamo non lo so. Prendere un giorno abbastanza a caso e decidere che da lì inizia un nuovo anno, una presunta nuova vita, non ha senso, no? Eppure tutti gli anni, anche i più scettici, anche solo per una frazione di secondo, riflettono. Tra i più scettici puoi trovare senza dubbio la sottoscritta, ma quest’anno...quest’anno non posso esimermi dal cercare di capire cosa sia successo nella mia vita. Se non altro, se non per la convenzione del 31 Dicembre, per il fatto che nel Gennaio 2017 la mia vita è cambiata davvero e no, non c’entrano i fantomatici buoni propositi.
“Hallo, we would love to have you working with us. Do you think you will manage to be in Bergamo by tomorrow morning?”
Ok, aspetta un attimo. 
Primo, ricevere la notizia che sei stata assunta dopo un colloquio che hai fatto praticamente per gioco, per un lavoro che mai e dico mai avresti pensato di fare, è abbastanza scioccante. 
Secondo, dove, quando ma soprattutto come!?!? 
Terzo, mi stai comunicando tutto ciò in Irlandese. Ora, non so se tu hai avuto mai a che fare con gli irlandesi, non hanno esattamente l’accento più comprensibile al mondo. 
Tutto ciò porta alla patetica scena di me al centro del salone con il telefono all’orecchio e la mascella sul pavimento.
Da quel momento alla mattina dopo passano dodici ore, una valigia fatta in dieci minuti e circa 632 chilometri. 
Posso dire con estrema certezza che le sei settimane che seguono sono le più frenetiche, faticose e belle della mia vita. Soddisfazioni, lacrime e rossetti rossi volano come se niente fosse. 
Esami su esami passati, ali prese e si spicca il volo. Letteralmente.
Da un anno a questa parte ho fatto più o meno 2000 decolli ed altrettanti atterraggi, ho visto gli aeroporti di tutta Europa e neanche mezza città, manco per sbaglio. 
Ho visto passare davanti a me migliaia e migliaia di passeggeri (circa 700 al giorno, fai tu i conti), alzato gli occhi al cielo e trattenuto tante, taaante imprecazioni, me ne sono sentita dire di tutti i colori. Ma ho anche riso e passato giornate di più di dodici ore lavorative divertendomi come non mai. Sono fortemente convinta che gran parte della bellezza di questo lavoro sia in questo: tra passeggeri e crew si può creare spesso un bel rapporto, facendo sì che l’aereo non sia solo un modo per andare da una parte all’altra, ma parte integrante del viaggio, possibilmente una bella parte del viaggio.
Ovviamente il mio anno non è stato fatto di solo lavoro, ma anche di enorme crescita. Lo stare lontana mi ha messo a dura prova sotto tanti aspetti, soprattutto mi ha fatto scoprire lati di me non conoscevo, che non potevo nemmeno sospettare di avere. Nei momenti di difficoltà ho scoperto di essere in grado di mettere da parte grandi insicurezze e, anzi, di poter diventare un punto fermo per tanti altri. Io. Io che mi sono sempre ritenuta l’ultima arrivata, sempre un passo indietro. 
Ho scoperto delle persone importanti ed ho avuto la conferma di chi accanto mi è sempre stato e a pensare a quanto hanno creduto in me, quasi mi commuovo. 
Il 2017 è stato senza dubbio uno degli anni più complessi e felici della mia vita e posso mettere la mano sul fuoco che rifarei tutto.
Ma soprattutto raga...ho comprato veramente tanti rossetti.
Buon anno, a presto.

BpoBpo B.






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