Una camomilla doppia, senza ghiaccio.

Vediamo, da dove posso iniziare? Oggi è stato l’ultimo giorno di ferie, che già per definizione non è esattamente la giornata mondiale delle gioie, eppure mi ero ripromessa di tornare a Bergamo con il sorriso sulle labbra, di tornare a lavorare con tanta voglia di fare, e tutto sembrava andare per il verso giusto. Fino alle ore 16,13. Perché proprio questo orario? Perché questo è il momento in cui scrivo al mio fidanzato “Il treno è fermo a Firenze.” Ciò che tuttavia non dico al mio fidanzato è che a Firenze è salito e si è seduto accanto a me un ragazzo sulla ventina con tanta, tanta, TANTA voglia di chiacchierare. Io avevo passato le precedenti tre ore di viaggio immersa nel mio libro e mi stavo godendo al meglio la solitudine del viaggio; in generale non sono particolarmente solitaria ma la combinazione libro avvincente+ultimo giorno di ferie+treno che accumula ritardo non mi ha reso la persona più socievole al mondo. Ma insomma, due chiacchiere me le faccio, scopro che il mio novello compagno di viaggio è uno studente che EVIDENTEMENTE non ha mai preso un treno in vita sua, dato che dopo mezz’ora di continue soste nella Maremma Toscana insiste nel chiedermi se siamo o meno arrivati a Milano. 
Morale della favola, il treno arriva in Stazione Centrale con tre quarti d’ora di ritardo, fa niente.
Il tragitto sul pullman tra Milano e Bergamo si svolge abbastanza tranquillamente nonostante il proverbiale traffico che ovviamente ci rallenta e non di poco. 
Dopo sei ore di viaggio arrivo finalmente in aeroporto. Tiro un sospiro di sollievo una volta scesa dal pullman: devo solo oltrepassare il sottopassaggio della paura, arrivare alla macchina parcheggiata e la mia meravigliosa casetta mi aspetta a pochi chilometri di distanza. 
Sono talmente felice di essere arrivata a Bergamo che nemmeno la sottile pioggia che mi costringe ad asciugarmi gli occhiali ogni tre secondi e che mi spinge a sperare che prima o poi qualcuno inventi i tergicristalli per occhiali, riesce a farmi perdere il sorriso.
E poi la vedo. In lontananza, bella come non mai, la mia fida alleata, la mia 500 bianca che mi aspetta, pronta a portarmi al calduccio della mia casetta.
Sistemo la valigia nel bagagliaio, entro in macchina e accarezzo il volante con affetto. Inserisco la chiave, già assaporando il tepore del riscaldamento, la giro e...niente. Non. Succede. Niente.
Naaaaa, poverina sarà un po’ addormentata, fammi riprovare altre due, tre, quattromila volte. Nulla. Ecco...diciamo che questo è stato il momento in cui tutti i miei buoni propositi sono andati non so neanche dove, ma di sicuro molto, molto lontano da me. Ma il peggio doveva ancora arrivare. 
Dopo circa una ventina di minuti in cui ho cercato di contattare mio padre, il mio fidanzato, vari colleghi di lavoro e in un paio di occasioni anche personaggi un po’ più in alto, decido che basta. Decido di abbandonare l’infingardo cinquino bianco, prendere l’autobus e tornarmene a casa. Con le lacrime agli occhi vado al bagagliaio, spingo il pulsante per aprirlo e ovviamente nulla accade. Eh certo, perché se la batteria è andata la macchina non si può aprire con il telecomando...realizzo che la maledetta non solo mi ha abbandonato per strada ma mi ha anche fregato la valigia! Qui le lacrime scendono a fiumi, senza ritegno, senza dignità. All’improvviso l’ultimo giorno di ferie, il passeggero molesto, i ritardi, il fatto che di nuovo dovrò aspettare quasi un mese prima di rivedere il mio fidanzato, tutto questo si fa sentire prepotentemente e resto circa quindici minuti a guardare il volante attraverso un’innarestabile coltre di lacrime. 
Troppe ne sono successe da quel momento a quando ho messo piede dentro casa, sappi solo che ci sono di mezzo una tana Atalantina, una pizza, un bancomat e un flacone di tachipirina rovesciato in borsa. 
Ora sono sotto le coperte a sorseggiare una camomilla doppia, ignara di come sarà la giornata di domani ma certa di una cosa: peggio di così, non può proprio andare.
BpoBpo B.



Commenti

  1. come ti capisco.. per me sono stati giorni pessimi, e l'incertezza del periodo col mio fidanzato non ha aiutato -storia a distanza ahimè- e gli ultimi giorni piango all'improvviso senza un motivo, tante cose accumulate.. ma bisogna sempre sperare per il meglio..

    mallory

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